Filigrana a Retortoli

A Murano detta anche 'zanfico'.

Descrizione

Video qui sopra: Filigrana a Retortoli

E' una delle tecniche più importanti ideate a Murano nel Rinascimento. Fu brevettata nel 1527 per dieci anni da Filippo e Bernardo Catani con fornace muranese all'insegna della Sirena e presto fu patrimonio comune delle vetrerie muranesi e venne anche esportata all'estero nelle vetrerie alla 'façon de Venise'.

Il lavoro si svolge in fasi successive. Vengono tirate varie canne non forate di cristallo e di vetro bianco opaco, nella versione classica, o di cristallo e di vetro colorato e quindi assemblate in un cilindro secondo una regolare disposizione. Esse sono quindi riscaldate e tirate nuovamente, torcendole nel corso di quest'ultima operazione.

Ottenute delle canne di cristallo a fili interni bianchi o colorati ritorti a spirale, queste vengono tagliate in segmenti di dimensioni identiche (circa 20 cm.) ed accostate parallele su una piastra metallica rivestita di argilla refrattaria, poi inserita nel forno ripetutamente al fine di saldare a fuoco le canne in un tutto unico.

Il maestro vetraio raccoglie con la canna da soffio la piastra vitrea formata dalle canne parallele, rotolando lungo il lato maggiore del rettangolo, corrispondente dalla estremità delle canne, un elemento conico già preparato all'estremità della canna stessa, quindi ne ricava un cilindro, lo chiude all'estremità opposta rispetto alla canna. Poi può procedere alla soffiatura ed alla modellazione dell'opera.

Nell'Europa settentrionale, soprattutto dopo la pubblicazione della Guide du Verrier di Georges Bontemps (1868) la filigrana a retortoli viene realizzata con altre modalità. Le canne di filigrana a retortoli vengono inserite in incavi verticali di uno stampo, generalmente di graffite, quindi all'interno dello stampo viene soffiato del vetro trasparente che aderisce a caldo alle canne a retortoli, che risultano distanziate a differenza della filigrana a retortoli veneziana.

Nella prima fase della sua lavorazione (conclusa prima della fase della soffiatura) la filigrana a retortoli veneziana coincide con il vetro mosaico a canne ritorte alessandrino e romano (inglese: lace mosaic glass). La piastra doveva però venire sagomata su uno stampo, come normalmente i vetri a mosaico, e rifinito a freddo con la molatura all'interno e a volte all'esterno.

Una varietà moderna della filigrana a retortoli è costituita dal 'Merletto' proposto dal muranese Archimede Seguso negli anni Cinquanta del XX secolo.