Pittura a Smalto

testi a cura di Rosa Barovier Mentasti

Descrizione

La pittura a smalto è stata una delle più diffuse tecniche nei secoli, benché richieda conoscenze tecniche specializzate. I primi esempi noti sono di epoca romana a partire dal primo se. d. Cr. Raffinatissimi furono anche i vetri smaltati bizantini dei secoli X-XI e quelli islamici dal XIII al XIV secolo. La tecnica fu usata a Venezia dal 1280 al 1350 circa ed, in seguito, a partire dal lla seconda metà del XV secolo. Di qui si diffuse a Norde delle Alpi.

La pittura consiste nella applicazione a pennello di impasti colorati ottenuti da polvere finemente macinata di vetri bassofondenti opachi o trasparenti mescolati con un liquido oleoso. L'oggetto decorato viene posto quindi in una muffola ad un calore non superiore ai 600 °C. affinché lo smalto rammollisca e aderisca indelebilmente alla parete di supporto.

Nel Rinascimento e nel periodo barocco venivano usati smalti altofondenti. Di conseguenza, poiché una muffola ad altissima temperatura avrebbe determinato la fusione dell'oggetto stesso, era necessario riportare lentamente i vetri alla temperatura di lavorazione, attaccarli nuovamente al pontello e cuocere gli smalti all'interno del forno di lavorazione. Per questo i soffiati smaltati antichi recano due segni del pontello sovrapposti. L'apertura di piatti e coppe allargate e l'applicazione delle anse avveniva nel corso di questa fase. Alla fine il manufatto doveva subire una seconda ricottura nel forno di raffreddamento.